Sognando con Dalì

È una mostra curiosa che non va chiamata mostra. I creativi che l’hanno studiata e messa a punto, rischiano coliche multiple solo a sentire la parola “mostra”. Non una mostra, dunque, ma una sfida, una scommessa, una esperienza. Anzi, una Experience interattiva con un approccio coinvolgente e partecipe. Per dirla tutta, una Dalì Experience. Una via di mezzo tra esposizione d’arte e produzione scenica, si scopre nella conferenza stampa tenuta al Visionnaire di Milano, che andrà in scena a Bologna (nello storico Palazzo Belloni di via Barberia) dal 25 novembre 2016 al 7 maggio 2017. Un evento non convenzionale che partendo dalle opere esposte – 15 sculture e 140 grafiche – cerca di scomporle, sviscerare, captarne tutti gli angoli entrando quasi nella mente dell’autore. I visitatori scopriranno angolature poco conosciute di questo artista poliedrico che si è interessato di arti visive, ma anche di letteratura e non da ultimo di giochi, scherzi e paradossi fino al punti di tramutare in spettacolo la sua vita, i suoi gusti, le sue passioni. E così su mega-schermi cerbiatti correranno, vulcani sbufferanno nuvole di cenere, serpenti strisceranno, occhi si spalancheranno e si chiuderanno. Ci sarò anche una installazione con videoproiezione in 3d e una serie di interazioni che non richiedendo preparazioni specifiche sono adatti e consigliati dai 9 ai 99 anni, magari una spanna prima e due dopo. In breve, una manifestazione senza precedenti – leggiamo nel comunicato stampa – che coinvolgerà e animerà tutta la città con iniziative stimolanti, come le periodiche biciclettate che condurranno bolognesi e turisti a scoprire i retroscena delle opere esposte in un gioco di realtà surreale e quanto possibile coinvolgente. Tutto nuovo assicura uno dei curatori – Claudio Mazzanti di Loop – tanto che conviene parlare di un collettivo di curatori. Perfino il catalogo studiato per dare stimoli nuovi, in uno sfoggio di creatività che si avvale di una comunicazione raffinata grazie anche al sodalizio con QN quotidiano nazionale con Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione. Ed è solo un primo tentativo nel campo delle nuove non-mostre: un tentativo nuovo e provocatorio che si potrebbe chiamare anche scommessa, sfida, invito a giocare con la fantasia e l’intuito. Seguiranno altre prove, ora il direttorio è pronto e la determinazione e continuare è tanta. Il sogno ultimo sarà, un domani, di presentare un percorso di stimoli multimediali e multisensoriali che eviti addirittura di esporre delle opere. Non certo una mostra, Dio ce ne scampi, ma un viaggio carico di emozioni, fantasie e sogni.

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