Conto alla rovescia 3 – la testimonianza di Martino

Se trovaste questa storia in un romanzo, credo che vi arrabbiereste prendendovela con la fantasia scatenata del romanziere. Invece è la mia storia ed è tutta vera.
Mi sono sposato nel 2003. Ero molto innamorato e immensamente felice. Un anno dopo le nozze abbiamo deciso di cercare un figlio per completare la famiglia. Dopo circa un anno di tentativi vani (addio romanticismo delle notti d’amore a favore di calcoli complessi sui momenti fertili) abbiamo iniziato la trafila degli esami, sempre più approfonditi, e le visite in vari centri di pma.
Grande calca e, mi era parso, poca attenzione al San Raffaele di Milano, situazione idilliaca in Svizzera con tanto tempo a nostra disposizione a costi inferiori a quelli italiani. Il verdetto, drammatico per me, è stato che purtroppo il mio corpo non funzionava a dovere. Insomma, non ero in grado di assolvere al compito primario di un maschio vero. Forse anche per questo, il dubbio non smette di tormentarmi, il mio matrimonio è entrato presto in crisi e abbiamo chiesto la separazione. Primo colpo di scena: la mia ex trova un nuovo compagno e anche il secondo ha i miei stessi problemi (si vede che era il suo destino). Secondo colpo di scena: il nuovo si defila perché nonostante i suoi problemi ha messo in cinta una ragazza dell’est (25 anni) con la quale convive attualmente.
Anche io ho trovato una nuova compagna con la quale convivo serenamente. Primo colpo di scena: anche la mia partner resta incinta nonostante i miei problemi. Secondo colpo di scena: purtroppo si tratta di una gravidanza extrauterina. Abbiamo perso il nostro bambino e per prudenza non abbiamo tentato di metterne in cantiere un altro. Fortunatamente la mia compagna ha una figlia. Non sarò mai suo padre (un padre ce l’ha di già e io rispetto il loro legame), ma sono suo amico e ho la gioia di cominciare le mie giornate con il suo sorriso.
Ho fatto pace con il mio destino e le vecchie delusioni non mi fanno più male. Certo, dentro di me, un po’ di speranza resta ancora. Chissà mai se la vita vorrà ricordarsi anche di me e darmi la gioia di assolvere a quello che a molti sembra il compito più normale di un uomo: concepire un figlio con la donna che ama.

5 Comments

  1. marzia

    Sono una giovane psicologa che da 1 anno e mezzo è alla ricerca di una gravidanza. Grazie a nicoletta sipos perchè con il suo libro: Perchè io no?, mi ha toccato il cuore e l’anima, mi ha fatto piangere, sorridere e riflettere. Mi sono rivista in tutto e per tutto nella protagonista Angelica. Le donne hanno davvero bisogno di libri e di autrici così….Grazie Grazie. Con affetto Marzia

  2. Gabriella

    Spesso ci dimentichiamo che i nostri compagni di vita soffrono come ed anche più di noi per un figlio che non c’è. Le tue parole Martino ci riportano il dolore visto anche dalla parte dell’uomo, una sofferenza spessa vissuta in silenzio senza riflettori ma ugualmente profonda e degna di rispetto. La vita ha saputo sorprenderti ed io ti auguro che la sorpresa più grande possa presto giungerti, un caro saluto!

  3. Cecilia

    Caro Martino,
    grazie per averci raccontato la tua storia, che ci ricorda che essere “famiglia” non è soltanto “concepire”, o “procreare”, ma amare e proteggere chi si ama.
    Complimenti per le belle parole, e auguri per tutto!

    • MARTINO

      Cara Cecilia ,

      Grazie per gli auguri …. e grazie a Nicoletta che ha saputo raccogliere con attenzione e delicatezza la mia testimonianza. Gli eventi sono reali ed ora trasformati in esperienza che mi ha reso più “uomo”. Sono riuscito a non naufragare nella mia stessa vita che a tratti vivevo come su di una giostra inarrestabile, un caleidoscoipo che rendeva impossibile vedere la normalità.
      Ma oggi ,come ogni grande incendio che finisce in cenere , tutto si è risolto e devo ringrazio la mia famiglia di origine e la mia attuale compagna con cui vivo serenamente …. ; sono certo che ancora la vita vorrà ancora stupirmi con i suoi imprevisti e le sue probabilità : è il bello della vita !!

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