Il senso delle cose

Statistiche sconfortanti: nel 2011 c’è stato un calo di lettori
(-10%) e un consistente calo della spessa per libri (-20%). Se i trend proseguono in questo senso si prospetta una crisi grave, forse perfino irreversibile. Mi viene in mente un ricordo di mio suocera che negli ultimi giorni di guerra lasciò avventurosamente la Germania dell’est per tornare a ovest con i cinque figli. Viaggiando con mezzi di fortuna sostarono in diversi campi di raccolta. Avevano pochissimo denaro, provviste ridotte e bagagli al minimo. Quando entravano in una delle tante baracche sovraffollate di umanità ai limiti della resistenza, solitamente erano accolti con frasi sprezzanti. Ma mia suocera aveva con sé un paio di libri – racconti di Kafka, un Faust, altri classici. E a quel punto, improvvisamente, la prospettiva di trascorrere una serata insieme, immersi nella lettura, cambiava l’ostilità degli altri in benevolenza. La Germania era a terra, usciva dal periodo più buio della sua storia, ma c’era una grande voglia di parola scritta, il desiderio di conoscere, rivedere, meditare pagine già note o da scoprire novità.
Ora abbiamo molto, a dispetto della crisi, ma è come se non riuscissimo a inventare più nulla.
Tra l’altro, ed è solo uno dei problemi, siamo stanchi di comprare libri, ci contentiamo di briciole. Gli editori stessi cercano di puntare sul sicuro omogeneizzando i loro prodotti ai successi consacrati. Il tema del libro misterioso e magico. Il grande amore (meglio se sfortunato). Biografie firmate da volti cari alla tv. Best seller provenienti dall’estero etc etc. Mi chiedo dove ci porterà l’incessante ruminio di idee date per sicure, progetti garantiti. Che fine fanno il coraggio, la voglia di sperimentare, il gusto di trasgredire? Quesiti scomodi che forse è meglio accantonare. Com’è meglio mettere nell’angolo il bisogno (e il rispetto) per la cultura vera a favore di rigurgiti paralleli offerti comunque a prezzi di svendita e imposti a suon di fanfare pubblicitarie. La saggezza corrente vuole che ci si tappi il naso e si tiri innanzi finché si può. Ma non sarebbe il caso di trovare tattiche creative di difesa, invece di lasciarsi portare dalla corrente verso il temuto abisso? (segue)

8 Comments

  1. Antonio

    ho letto il blog. Io ultimamente non compro libri. Ho ancora i libri di geografia di quando andavo alle medie. A me piace la geografia. Leggo anche libri sulla storia dei trasporti. Lei che libri le piace leggere? e giovane?

  2. Nicoletta Sipos

    Alemammina – grazie di essere tornata al blog con questo bel commento intelligente e appassionato —Per quanto mi riguarda, preferisco le prime righe di soddisfazione per gli acquisti del figliolo poco studioso ma ovviamente curioso e capace. Sul resto, e sui volti tv a caccia di pagine scritte, cala il velo della depressione. Ora si tenta di battere la crisi in questo modo. Questo non vuol dire che manchino libri di valore: ce n’è anche tra i best seller, per fortuna. Da qui l’irriverente proposta: e se in futuro si tentasse di reperire più libri che valgono davvero – giusto per cambiare? Guarda che non ho detto “solo” libri di valore. Conosco pure io le leggi del mercato…

  3. alessandra

    io compro pochi libri, lo ammetto, perché ho un budget penoso che mi costringe a così tanti tagli che sinceramente non so più dove tagliare. però di libri ne leggo tanti, per lavoro o prendendoli in biblio/facendomeli prestare: peccato che non riesca mai a mettere le mani su quelli che mi interesserebbero davvero! in compenso ho l’incredibile gioia di vedere mio figlio che va a comperarsi libri di autori che io non ho quasi mai sentito nominare o di psicologia, e che li regala e li riceve in dono dagli amici – trattandosi di un figlio per nulla studioso, questo è l’unico motivo di gioia che mi regala dal punto di visto culturale. è tristissimo vedere in classifica libri di autori che senza il supporto dei loro programmi tv non troverebbero mai un ghost disposto a scriverglieli, o che sono appunto in classifica grazie ai loro ghost – in questo modo ‘sta gente continua a essere strapagata per scrivere monnezza, la gente continua a comperarla, ce li troviamo davanti in tv, ecc ecc. Sì, gli editori non vogliono rischiare, io che faccio da anni la lettrice lo vedo direttam.: l’editor che ti passa un libro da leggere ti specifica a cosa deve somigliare il testo che hanno intenzione di pubblicare x l’estate, Natale o qualche cavolo di festa… prima erano i testi new age, poi i maghetti x i ragazzi, i vampiri e i licantropi x mamme e figlie, ecc. Che desolazione…

    • Nicoletta Sipos

      sarebbe una consolazione – i numeri però smentiscono un passaggio ampio verso il digitale. Forse tu sei tecnologicamente più avanti di tanti di noi. Io stessa stento a usare il mio nuovo kindle. Ma forse io sono più arretrata di tanti altri lettori! Speriamo in bene….

  4. Che meraviglia il racconto su tua suocera! Mi ricorda di come la povertà, la privazione di mezzi, lasci libera l’anima, apra spazi per la verità e faccia cercare la felicità là dove la si può trovare, nel nostro spirito. Oggi invece, sommersi di consumismo e pubblicità, siamo pieni di cose e distratti, la felicità non sappiamo più dove cercarla. Ma forse proprio per questo ce n’è più bisogno, io penso a mia figlia e ai suoi amici, agli abbagli che ricevono a quattordici anni su cosa conti cercare nella vita. Più che mai bisogna dare loro una possibilità di conoscere altre strade che portino ad altri orizzonti, motivi per cui valga la pena vivere, “Fatevi un tesoro inesauribile nei cieli, perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.”(Lc 12, 33-34)
    Un abbraccio Caterina

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