Mi sa che devo diventare Fabio Volo

Sì, vero. Fabio Volo è una garanzia. Oggi ho avuto la conferma. I suoi libri, schede alla mano, veleggiano intorno al milione di copie l’uno. Altro che i miseri cinque-dieci mila dei comuni mortali. Perfino un peso massimo come, per l’appunto, MASSIMO GRAMELLINI, deve arretrare davanti alla potenza d’urto di un Volo che con le sue storie semplici e i personaggi più o meno romantici, comunque ben riconoscibili come il vicino o la vicina della porta accanto, conquistano schiere infinite di lettori. C’è pure Moccia che non scherza, d’accordo. Ma sembra proprio che Volo vada oltre. Come Moccia fa del cinema, solo che lui è più carino quando ci mette la faccia. E poi ha pure la radio. Insomma, è in grado di sferrare un attacco mediatico concentrato e comunque sa prendere il pubblico per il verso giusto. E va come un treno. Alla Mondadori stanno pensando di fargli una statua d’oro e smeraldi.D’ora in avanti seguirò le lezioni di buon vivere della mia maestra di spiritualità e ogni sera, mentre aspetto il sonno continuerò a ripetere che voglio, devo, diventare Volo. Cominci già a vedermi come lui (vedersi subito nel ruolo è importante) e naturalmente mi sforzerò di scrivere come lui. Forse non sarà ovvio come pare, ma io andrò oltre, sempre oltre, chiedendo tutti gli aiuti del caso agli editor che curano i prodotti voliani per entrare nella sua immensa voliera. Nessun sacrificio mi sia troppo pesante, nessun ostacolo troppo grande. Vediamo se il pubblico sarà capace di rifiutarmi. Restano solo da sciogliere i nodi del cinema e della radio.Poco male. I problemi, dicono gli orientali, sono occasioni di crescita. E io, per volare, davvero, saprò crescere senza difficoltà.

8 Comments

  1. rita

    Volo e Moccia? Scrittori??? Fenomeni costruiti che rendono alle case editrici. Mai letti. Concordo pienamente con tutte voi, ma so anche che l’editoria va nel senso che dice Nicoletta. Chissà mai se si riuscirà a far invertire la rotta…

    • Nicoletta Sipos

      cara Rita – io non sono molto ottimista, soprattutto tenendo conto della crisi attuale per cui il soft porno e/o un giallo hanno un valore assoluto a prescindere dall’effettiva valenza letteraria. Un grande affettuoso e rispettoso abbraccio a te e al prof che così bene conosci.

  2. maria grazia

    Leggo ora su Fabio Volo. E’ certamente uomo di successo. A me personalmente sembra che oggi vada molto chi scrive purchè acchiappi un gran numero di proseliti e se ne parli. Poi che questo risponda alle regole del mercato o della cultura popolare in senso migliore non si sa capisce. Penso però che il livello della scrittura non è che cresca con il moltiplicarsi degli scriventi. Cioè sarei più curiosa di sapere quanti di costoro sono anche buoni lettori. Molti hanno intuito per il libro che possa portarsi in borsa sotto l’ombrellone o dal parrucchiere e l’editoria spesso cerca di assecondare questo filone. Per es. ultimamente non so se avete notato vanno molto i gialli in tutte le salse possibili, culinari come li chiamo io od ormonali, purchè accendano appetiti. Resta però in me la domanda…Chi scrive perchè scrive? Cosa lascia di sè alla gente, cosa ha da suggerire o aggiungere con il suo percorso e soprattutto, è tutta finzione la scrittura, pura invenzione, o c’è un modo onesto di scrivere, con farina del porprio sacco, con una rielaborazione personale di saperi e sentimenti e intuizioni. A chi è destinato il libro di Fabio Volo che sinceramente a me non ha incuriosito e perciò non ho letto. Non sto esprimendo condanne o giudizi ma formulando domande, e me stessa, agli altri. Domande che possono essere costruttive per orientarsi nella giungla dell’editoria ormai implosa…e che cerca a tutti i costi lo scoop del famoso di turno, per vendere, superare la crisi, piazzarsi. Domande penso a cui sarebbe bene rispondere anche con comportamenti concludenti. Insomma possiamo comprare o non comprare qualcosa non in funzione soltanto del nome famoso o glamour perchè va in tv…ecco. Senza offesa per chi va in tv e per Fabio Volo.

  3. Nicoletta Sipos

    Ciao Lucy, ben trovata, mi fa piacere ritrovarti qui –
    puoi essere specifica nella difesa del tuo beniamino: io non saprei scrivere come Fabio Volo – lo ammetto – però giuro che mi sto applicando. Il mio commento voleva essere ironico, ma sul piano pratico uno scrittore che vende un milione di copie a libro deve avere qualche merito. Il cliente (il pubblico) ha sempre ragione … O no?

    • Esattamente. Vale lo stesso per Moccia, ahime’. Orde di adolescenti (e non solo) affascinate da quelle storie. Evidentemente fanno centro! Tra l’altro sai che Moccia scrisse quel libro anni prima, passato inosservato, e poi inizio’ a circolare in fotocopie tra gli studenti e decisero di ripubblicarlo? Anche “ai nostri tempi” c’era un libro che girava fotocopiato, di cui non ricordo assolutamente nulla, ma senza la rete non ebbe la stessa seconda vita.

  4. Fabio Volo ha tanti estimatori quanti detrattori. Io lo leggo e mi piace, perche’ parla di emozioni, anche se i suoi libri alla fine sono tutti uguali. E’ vero che ha un pubblico prevalentemente femminile, e lo stesso accade in radio, ma e’ la forza del suo linguaggio. Lo so che sono di parte, ma mi dispiace quando viene accostato ad un certo tipo di narrativa facile e banale. Per me e’ come Fontana che e’ stato criticato per i suoi tagli, o Duschamp con le sue provocazioni. Sono tutti bravi a dire “so farlo pure io”, ma tu l’hai fatto? – e’ un tu generico, non tu Nicoletta 😉

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