In cerca di una formula magica

Sembra che porti fortuna. Si scrive di mamma morta drammaticamente suicida (Massimo Granellini – Delphine de Vigan) o di papà bella tempra (Enrico Brignano) condannato da malattia (Insinna). Affetto, ammirazione, morte – per non parlare delle tante forme possibili di violenza – diventano una formula magica per catturare il pubblico. In alternativa è sempre possibile intavolare ricordi e pensieri di fede scambiando idee con la mamma (ancora in vita e arzilla a dispetto dell’età). Il bestseller è servito. Ancora meglio se a firmarlo, condito con abbondante cocktail spiritual sentimentale, e qualche spruzzata di Paulo Coelho, c’è un famoso volto televisivo. È il succo del mestiere ridotto in pillole ossia formule magiche. E sono formule preziose in questi tempi di magra in quanto promettono, anzi, garantiscono, il successo.
Poiché non sono televisiva automaticamente mi escludo. Sono assediata dai morsi della depressione quando un amico editore mi offre, gentilmente, consigli d’altro tipo specificamente tarati sulle esigenze dei non televisivi. Riassumo il discorso: inserisci nella trama riferimenti alla cucina, sempre validissimi, o ai fiori o alla magia. Sono filoni che tirano forte. Ottimo anche giocare su citazioni di libri, i librai li apprezzano sempre. E visto che tocca a loro vendere i libri, è indispensabile che li amino.
Bene. Per non sbagliare giocherò su tutti i fronti che l’editore prospetta. Mi metto subito a ripassare le mie copie dei romanzi di Jane Austen (raccomandatissima), Flaubert (è sempre forte) e Jack London (scaricato su Kindle è la soluzione più pratica anche se sul fronte del fascino intellettuale zoppica un poco. O forse sono io che zoppico? Dovrò scatenarmi su internet per trovare citazioni degne, chiedere consiglio agli amici di facebook, aprire volumi polverosi che solo a sfiorarli ti ritrovi con le mani grigie. E sto male. Mi pesano i vuoti di memoria, i libri appena sfogliati, la poca capacità di collegare titoli e autori. Ma avrò mai tempo per leggere solo la metà dei libri che potrebbero aiutarmi a conquistare il cuore di tanti librai che potrebbero diventare il tramite delle mie future fortune letterarie? Spero, quanto meno, che questo diario mi aiuti a chiarire le idee. Conto anche, naturalmente, sui consigli di chi passa da queste parti.
Intanto stringo i denti e continuo la mia ricerca, passando a ricette e fiori. A proposito di ricette, pare che certe mie citazioni di piatti ungheresi abbiano ridestato voglie culinarie (questo va precisato) assopite da decenni. In fondo cucinare mi piace, se non devo agire in prima persona. E adoro il giardinaggio purché non mi si chieda di mettere le mani nella terra che poi la pelle si screpola. Comunque su entrambi i versanti la teoria batte la pratica. Questo devo tenero a mente. In fondo si tratta di citare, no? Ricette, fiori, libri… diversificare, diversificare.
Dunque continuo respingendo paure stanchezza e voglia di emigrare (l’editoria americana mi affascina e lì sarei un caso. “Arrivata ai 70 più, scrittrice italiana scopre la sua lingua d’elezione negli states grazie a una pozione magica creata con fiori, cucinata su fornelli d’oro e cosparsa di citazioni eccezionali”.
Impossibile fallire con queste premesse. Chi la dura la vince, leggo sul post di un’amica di fb. Parole ì’oro. Vorrei mettere questa fras sulla prima pagina del nuovo libro. Sono certa che farà volare le vendite.

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