Odissea

È il caso di dirlo: prima o poi, nel momento meno opportuno, i nodi arrivano al pettine. Il mio è scoppiato subito dopo la fine del lockdown quando ho pensato bene di vendere la mia vecchia Corsa/Opel (immatricolata nel 2003) per comprarne un’altra, di poco più vecchia ma in condizioni  migliori. La bomba scoppia al momento del fatale addio. Manca il foglio di proprietà. Abbiamo tutto, persino la ricevuta del venditore, ma non troviamo il maledetto foglio. L’auto è mia, ma non posso provarlo. Ok, si rimedia. Devo andare al Commissariato di zona per dichiarare lo smarrimento. Io? Beh sì. Dopo due mesi di lockdown in cui mettere il naso fuori casa sembrava in sé pericoloso, mi tocca sfidare la folla. Beh sì. Notte insonne, sveglia all’alba, arrivo solitario molto prima dell’apertura, attesa palpitante, doccia fredda. “Non abbiamo l’Internet” dice l’addetto alle ammissioni. “Torni domani o vada alla Centrale“. Così lontano, a rischio di trovare chissà chi? Beh no. Rimando all’indomani.

Notte meno insonne, solita sveglia, attesa prolungata davanti al Commissariato. Vedo passare una persona, una seconda, una terza. Domando : “Ma come, è già aperto?“ Risposta: “Noi lavoriamo qui, il pubblico deve attendere qualche altro minuto. Domanda : “Avete Internet oggi?”. “No. Ma a cosa le serve Internet?”. Devo fare una denuncia di smarrimento. “Tranquilla, allora. Internet non serve”. Mica potevano dirmelo ieri? Vabbè, pazienza. Tappa all’ACI per chiedere duplicato. Tutto ok. Posso far il passaggio di proprietà anche subito.

Bello? No. Perché l’atto c’è ma non è registrato al PRA. Bisogna riprendere la pratica tra qualche giorno, ma tranquilla. Sarà solo una firma. Beh, ma allora… Invece no. Perché in questi 17 anni il mio codice fiscale è cambiato. Rispecchiava un solo nome, 17 anni fa. A un certo punto, per regolamento europeo, si è deciso di includere  anche il secondo nome. Come provare che io Viola Bianchi – nata a, nell’anno, mese giorno, residente a — sono anche Viola N. Bianchi – nata nella stessa città lo stesso anno mese giorno, residente allo stesso indirizzo? Impossibile, ovvio. Ovviamente è tutta colpa mia. Non ho conservato una certa lettera che mi annunciava il cambio imponendomi di comunicarlo a tutti. Mea culpa. Seguono altri due interventi, con visite ad altri uffici con altri  brividi.Ma come non sono più una fragile anziana da salvare? No e non se ne esce. Per tagliare corto: non vendo la macchina, la faccio rottamare. E d’un tratto il problema Viola Bianchi/Viola N. Bianchi, finisce nel dimenticatoio.

Eppure il problema di fondo rimane. Come si arriva a provare che Viola è la stessa Viola N? Soluzione: chiediamo all’anagrafe. Prima ci va mio genero. Poi,  siccome il caso è disperato, ci passa pure mia figlia. Finalmente mi danno un appuntamento (senza non si entra, bisogna evitare la calca, abbiamo tutti paura del virus, tranne i re delle Movidas). Sforneranno un documento ufficiale che confermi l’aggiunta del secondo nome al codice fiscale? Beh no, non è così che funziona. Domani mattina vado a dichiarare davanti al pubblico ufficiale – in tutta solennità-  che io sono proprio io. L’ho ripetuto una ventina di volte suscitando un misto di ilarità e diffidenza. Ma con la testimonianza del pubblico ufficiale il gioco cambia.

Io speriamo che stavolta me la cavo.

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