Raccontino malizioso sul furto di un cellulare e cosa potrebbe esserci dietro

Piccola esercitazione di dietrologia, una materia più che mai di moda. Del resto, a pensare male si fa peccato, questo è vero, ma in qualche caso ci si azzecca. Prendete, per esempio, il figlio figlio di un ministro leghista che andando a cena dal padre verso le 20 del 23 dicembre viene fermato per strada, nei pressi del Pio Albergo Trivulzio, da due – o forse tre – nordafricani che lo hanno minacciato mettendogli al collo una bottiglia spezzata per farsi consegnare il cellulare. Il ragazzo, che è solo, obbedisce e gli aggressori si allontanano prima che lui possa dare l’allarme .

Va puntualizzato: 1) il cellulare viene ritrovato e consegnato al proprietario poche ore più tardi con modalità romanzesche. Uno sprovveduto nordafricano voleva venderlo a un negoziante egiziano (che poi a ben vedere è nordafricano pure lui) che però ha subodorato l’inganno allertando la polizia.

2) il tentato furto di un cellulare (no orologi o contante) è una rarità. Che merita qualche pensiero in più.

Commentando il fatto il papà ministro si è limitato a dire «Capita a molti, purtroppo, a Milano». Una battuta apparentemente bonaria. Che, però,  proietta l’immagine di una Milano insicura e violenta, retta dal sindaco Sala che è di sinistra in una regione a trazione leghista. Insomma, capita a puntino quando mancano meno di tre mese alla grande tornata elettorale.

Forse la fantasia corre troppo, ma gli sceneggiatori di una serie tv di True crime lo servirebbero su un piatto d’argento. E comunque, la malignità è un peccato, ma a volte si illumina di immenso.

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