Come nel gioco dell’oca

E così siamo tornati al punto di partenza, proprio come succede nello snervante Gioco dell’Oca che odiavamo da bambini. Magari pure peggio, perché ora siamo più stufi, arrabbiati e pronti a linciare un qualsiasi colpevole sia pure innocente, che  funga da comodo capro espiatorio. Il rimando all’Oca in questione vale per il Covid in Italia, ovvio, ma anche per le elezioni americane ormai alla porta. Con Trump pronto a buttare badilate di fango su Biden, tirando in ballo le malefatte del figlio Hunter, piazzando nella mischia documenti ultracompromettenti, chiusi nella memoria di un computer dimenticato (?) nell’officina di un tecnico. Così oltre che delinquente Biden figlio – e con lui il padre – sono pure cretini e smemorati. Perché solo un cretino del tutto sprovvisto di memoria affiderebbe a un tecnico qualsiasi un computer che scotta, finendo poi per dimenticalo e lasciarlo nelle mani di rivali azzannato e ricattanti.
Eppure il metodo è sempre quello  dell’Oca: ha funzionato per Hillary Clinton, funzionerà anche per Biden riportato ai blocchi di partenza che hanno fatto cadere Hillary? Quali saranno conseguenze per l’America, l’Europa e il mondo? Lo stratagemma dei russi – se sono veramente loro dietro a questa faccenda come si dice – favorisce Trump in quanto maestro fomentatore di zizzania, al fine di turbare, e possibilmente distruggere, antichi equilibri politici. Un gioco nel quale molti nostri paesi (Italia in testa) sono capacissimi di tuffarsi anche da soli, con entusiasmo, a dispetto degli scontati esiti disastrosi. Eppure  il malizioso sospetto –  speriamo infondato – resta quello di un burattinaio russo che muove i fili dietro le quinte allo scopo di danneggiare gli interessi degli occidentali. E  ci lascia sgomenti come lo eravamo da bambini, quando dovevamo tornare ai blocchi di partenza.

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