Considerazioni in margine

Molti amici mi hanno detto a più riprese, con parole quasi identiche o comunque molto simili, che un bel libro trova sempre un modo per farsi avanti, sfidando le circostanze più avverse. Mi pareva una frase a effetto, incoraggiante ma troppo retorica per risultare credibile. Devo ricredermi. Ieri sera ho partecipato – io blogger free lance e troppo part time – a un incontro di blogger seri e internauti provetti organizzato per festeggiare la ristampa de La resistenza del maschio, il nuovo romanzo di Elisabetta Bucciarelli pubblicato da NNE, casa editrice neonata ma già agguerrita. Un libro che in due mesi ha fatto un gran pezzo di strada grazie alle sue risorse, in virtù del passaparola proposto anche attraverso i social. Tra l’altro la festa – cui hanno partecipato oltre ai blogger molti meritevoli librai che in questo successo hanno creduto e hanno contribuito a costruirlo – si è tenuta nella nuovissima libreria milanese VERSO, in corso di porta Ticinese, strapiena per l’occasione. Editore e libreria sono dunque felicemente in controtendenza. Mentre editori tradizionali esitano, e vecchie librerie chiudono, loro entrano in lizza con entusiasmo, decisi a resistere alla crisi che morde. E il pubblico, a quanto pare, apprezza. Ma qui mi fermo per tornare al punto.
Una delle caratteristiche del libro di Bucciarelli è la capacità di far scattare un dibattito – anche intenso e coraggioso – sul rapporto uomo/donna. La storia ha infatti per protagonista un maschio che vuole restare saldo in sella e prende le misure del mondo per essere certo di non perdere il piedistallo sul quale basa la sua superiorità. Nella fattispecie il signor Emme rifiuta di riprodursi frustrando le speranze della compagna le cui aspirazioni alla maternità hanno radici profonde.
Insomma: da un canto c’è lui – razionale apostolo di logica – e dall’altro ci sono le donne che entrano nella sua sfera e sperano (forse) di superare la sua resistenza. Anche loro sono resistenti, fanno quanto possono per arrivare allo scopo, contando sulla complicità delle forze dell’evoluzione. Perché va da sé che maschi e femmine debbano raggiungere un compromesso accettabile, ai fini della sopravvivenza della specie (o di certa specie).
Una trama apparentemente semplice, ma costruita con vertiginosa bravura, senso per il teatro ed equilibri sorprendenti, sulle ali di una lingua potente, capace di estrarre una forma affascinante dalla pietra di una intuizione. Bucciarelli dosa le parole con precisione, semina indizi dicendo quanto serve e ti tiene sulla pagina tenendo alta, sempre, suspense e sorpresa.
Un bel libro, appunto. Dotato, non da ultimo, di una sottile ironia.
Leggere per credere.

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