Dove va questa nostra politica

Un’amica che vive all’estero ma segue con attenzione le vicissitudini italiane mi esorta a non parlare più di politica in questo blog. Impressionata dalla reazione di Salvini alle critiche di Savino (vedremo se ha davvero bisogno della scorta) mi esorta alla prudenza. Non sono un cuor di leone, ma il consiglio mi pare superfluo. Rifiuto di avere paura perché non penso che il ministro dell’Interno si lasci impressionare dal mio piccolo (ancorché bellissimo) blog. Non ho un seguito oceanico, non sono una bestellerista, le mie sono considerazioni fatte per riflettere con i miei quattro amici … Eppure, l’invito alla cautela di un’amica così lontana, mi costringe a ripensare le mie posizioni.

Dunque le oscillazioni della politica italiana suscitano allarme a migliaia di chilometri di distanza. In effetti l’ipotesi corrente è che Salvini – in perenne battaglia elettorale – rovesci l’attuale governo, tiri la volata per nuove elezioni grazie alle quali potrebbe arrivare al 30% di voti spazzando via i grillini. Così da tornare al governo nella primavera del 2019 a capo di un centro destra ancora più destrorso. Salvini non smentisce, le reazioni più o meno indignate lasciano il tempo che trovano. La nave va, con una deriva sempre più evidente della quale un terzo della popolazione italiana si appassiona al progetto contando di trarne profitto e un altro 30 per cento francamente se ne frega.Nel pieno rispetto del vecchio slogan: O Francia o Spagna purché se magna.

E noi gente di buona volontà a che punto siamo? Forse è il caso di tirare in ballo la saggia massima del grande Burke che cito a memoria: “per lasciare campo alle forze del male“basta che le persone dabbene restino silenziose”. Allora forse non possiamo tacere. Forse ci conviene dire la nostra fino a quando questa fragile democrazia resiste, finché il dissenso ci è consentito. E intanto conviene concentrarci sugli studi di Edward Bernays, ora forse un po’ dimenticati ma sempre attuali. Bernays era un nipote di Freud e uno psichiatra visionario. Studiava comunicazione, guerra psicologia, manipolazione. Aveva idee interessanti. Idee, per intenderci, che piaceva a Goering. (continua)

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