Un anno di “Perché io no?”

E va bene, siamo arrivati alla boa del primo anno di Perché io no? – in qualche modo un bilancio s’impone. L’anno scorso di questi tempi eravamo in fibrillazione. Il libro, fresco di stampa, prometteva tanto – giornali e radio erano in movimento. Le amiche di provetta tempestavano, Il telefono squillava di continuo, il mio conto di cellulare era alle stelle (il fatto che sia rientrato nei limiti è una benedizione). Già allora cercavamo (o quanto meno cercavo io) di far capire che avevo scritto pensando alle donne (e uomini) con problemi – per farli sentire meno soli. Che però, in cuor mio, volevo rivolgermi soprattutto, agli “esterni” già genitori o decisi a non voler figli o anche avanti con gli anni, e dunque disinteressati alla questione genitorialità, ma vogliosi di capire che succede nel mondo o cosa può succedere.
Com’è andata allora? Mi sembra, dalle reazioni, che abbiamo raggiunto una parte del primo gruppo, alcune migliaia di persone contro le centinaia di migliaia che hanno lottato o lottano per realizzare il sogno di una famiglia. I commenti che ho ricevuto mi fanno pensare che è valsa la pena di scrivere perché qualcuno (più d’uno) ha tratto conforto dalle storie della mia protagonista, Angelica, e delle sue amiche. Sono anche felice di avere avuto contatto con tanti lettori diversi (più lettrici che lettori) in una cinquantina di presentazioni e altre apparizioni pubbliche. In verità durante questi incontri avrei sperato di ottenere più testimonianza pubbliche, più domande, più contestazioni anche. Invece, troppo spesso mi sono trovata immersa in un monologo, gentilmente affiancata dai generosi e competenti relatori che mi accompagnavano rivolgendosi a un pubblico silenzioso anche se attento. Certo: il passaparola di Cercounbimbo.net, il grande sito che affronta i temi della fecondazione assistita cui le protagoniste del libro fanno riferimento, è stato di grande aiuto. La presidente, Federica Casadei, non si è limitata a presentare i libro nel suo sito. Ha partecipato, nel novembre 2011, a una presentazione romana assieme alla nostra amica Filomena Gallo, l’avvocato che ha contribuito a demolire molti pezzi della legge 40. Un’occasione unica. Pensavo di trovare una folla disumana pronta a chiedere spiegazioni o anche a lanciare polemiche. Niente di tutto questo. Comunque siamo state bene (io purtroppo sono fuggita un po’ prima della fine per via di un dannato treno) e dobbiamo molto sia a Federica che a Filomena. Ultimo tema: un anno dopo il grande pubblico dei lettori (falcidiato dalla crisi) sembra deciso a far vivere il libro- Auguriamoci che qualcosa continui a muoversi nelle librerie. Nonostante tutto.
Il discorso cambia
a, doverosamente, per quanto riguarda i contatti con gli “esterni”. Sono andati a rilento, purtroppo, anche se di tanto in tanto qualcuno mi scrive (o dice) di avere capito qualcosa delle problematiche cui vanno incontro coppie sterili e infertili leggendo le storie, spesso drammatiche, delle mie amiche. Fin qui il bilancio sembra abbastanza positivo. Ma arrivano note più dolenti. Nella mia testa “Perché io no?” doveva diventare uno strumento per difendere il diritto alla maternità. Mi sono illusa che potesse essere questo quando, lo scorso febbraio, a una presentazione si è parlato dei superticket applicati da certi centri pubblici di procreazione medicalmente assistita e di centri stessi, promessi con fondi stanziati e mai aperti. Abbiamo perfino trovato personalità politiche che hanno preso a cuore la questione ponendo le interpellanze del caso per scoprire cosa stava succedendo e perché. Ancora una volta gli spiriti sono volati molto in alto e poi sono scesi a terra. Le risposte sono arrivate con il contagocce, chiarendo poco o nulla, senza nulla promettere e – soprattutto – senza modificare di una virgola la situazione.
Che fare dunque? Resistere o mollare il colpo facendola finita con un tema delicato, difficile e peccaminoso secondo la nostra Chiesa? Il fatto è, che siamo ancora in ballo. Il 22 maggio la Corte Costituzionale esaminerà la questione della fecondazione eterologa, vietata in Italia dalla legge 40. Questo esame era stato preventivato per lo scorso settembre, poi rinviato a febbraio. Ora si è passati a fine maggio. Speriamo sia la volta buona, senza ulteriori rinvii. Siamo stanchi di questi tatticismi. Per quanto riguarda il divieto di eterologa in atto: la motivazione ufficiale è che il legislatore intende escludere il commercio di gameti umani, turpe per definizione. Stranamente, prima dell’avvento della legge 40, l’eterologa era ammessa e le testimonianza dirette escludono gli orrori sventolate a mo’ di spauracchio. Per altro, l’attuale divieto, non impedisce a medici italiani di gestire eterologhe all’estero, né impedisce alle coppie più abbienti di farsi assistere da centri stranieri. Punisce invece quanti non dispongono di fondi adeguati o conoscenze sufficienti per affrontare un viaggio della speranza (e presumibilmente più d’uno) fuori dai confini italiani.
Tutto considerato, penso che possa risultare utile parlare del tema, almeno per farlo conoscere meglio agli “esterni”, lasciando piena libertà di giudizio alla coscienza e all’intelligenza di ognuno. Nei prossimi mesi conto dunque di partecipare a dibattiti e presentazioni. Cercherò anche di essere più diligente sul blog e sulla pagina facebook dedicata a “Perché io no?”. Non vorrei però muovermi da sola. Mi auguro di avere con me tante amiche disponibili a darmi consigli e sostegno. Vediamo che succede. Non mi sento pronta al martirio. E neppure m’interessa avanzare a mo’ d’intrepida pioniera in un campo minato. Insomma, se la cosa vi interessa, battete un colpo. O magari due. In caso di silenzio desertificato, anche una vecchia testarda come la sottoscritta può gettare la spugna. Senza ombra di disonore.

13 Comments

  1. Nicoletta Sipos

    Grazie Jenny. Le tue parole sono preziose. A volte mi sembra di essere Don Chisciotte alle prese con i mulini a vento. Poi arriva un messaggio come il tuo, mi consolo e rialzo la testa. Grazie per avermi fatto capire che non sono una povera pazza, che qualcosa succede e altro può ancora venire. Un grande abbraccio e, ti prego, resta con noi!

  2. Jenny

    Ciao Nicoletta…ho comprato il libro on-line (per me iper-tecnologica è stato bellissimo avere la possibilità di tale versione) … avevo letto dell’uscita su cercounbimbo.net ma non ho mai avuto il coraggio di comprarlo avevo paura non so bene di cosa … nella grande cerchia del “perchè io no” ci sono pure io .. ed è un dolore che nn passa mai….
    Dopo 2 anni dalla scoperta del nostro problema ho preso coraggio e ho letto il libro..tutto d’un fiato …
    Ti prego non mollare la battaglia … ci sarebbe bisogno di più libri così, di più persone disposte a parlarle di questo problema … e meno persone pronte a giudicare senza conoscere il vuoto che si prova …

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