In Francia ha vinto il Goncourt des Lycéens nel 2009 con il suo romanzo d’esordio Il club degli incorreggibili ottimisti, ma in Italia Jean-Michel Guenassia è meno noto di quanto meriterebbe. Avvocato di professione, esordiente romanziere a sessant’anni, sa imprimere a ogni storia il ritmo di un grande giallo. Nel suo nuovo libro La mano sbagliata, pubblicato come i precedenti da Salani, sa rendere credibile il personaggio di tale Baptiste Dupré, giocatore redento e marito prima innamoratissimo, poi mediamente soddisfatto, tanto che a un certo punto torna alle sue origini di appassionato del tavolo verde. E qui cominciano i problemi, perché il povero scopre con profondo sconcerto che la fortuna l’ha abbandonato e per evitare la catastrofe incombente si vede costretto a un vertiginoso scambio di persona, attuato grazie a un’amicizia di ferro grazie alla logica dei matematici ma con la spregiudicatezza dei giocatori. Il ritmo resta serrato e i personaggi, ben costruiti, guadagnano rispetto con l’avanzare delle pagine, “solo 200”, dunque fortunosamente ridotte rispetto alle proporzioni massicce dei precedenti volumi che oltre il limito dei 400 rischiano l’eccesso. L’autore assicura che i fatti, sebbene incredibili, sono in gran parte reali. Ma qui domina la suspense: verità e attendibilità passano in second’ordine rispetto al gioco che per ovvii motivi non svelo qui per non guastare il divertimento a chi deciderà di leggere la storia sotto qualche ombrellone conquistando una giornata di divertimento per 14,90 euro. E una sana boccata di ossigenato per chi avesse voglia di riposare dagli imperanti erotici estivi. Cui è perfino troppo facile predire vita lunga e fortunata, sotto il profilo editoriale.