Considerazioni molto laiche, ma anche molto convinte, su due godibili mostre a Milano – Futurliberty per Museo del Novecento cui si aggiungono le opere esposte a Palazzo Morando – che ribadiscono l’impatto del movimento futurista su costume, moda e immagini, vale a dire sul gusto quotidiano. E per chi non ne avesse abbastanza, c’è una terza mostra che esplora il futurismo. a Lecco (Palazzo delle paure). Ce n’è a sufficienza per dimostrare il segno lasciato dal movimento che a breve compirà un secolo di vita eppure conserva una convincente attualità.
Si passa dai dipinti di Balla, Severini, Boccioni, Carrà, Depero a opere dei contemporanei vorticisti inglesi – Percy Windham Lewis e Christopher Nevinson – a ricordare che la voglia di rompere con il passato proiettandosi verso il futuro non fu solo italiana ma ebbe slancio europeo. Né si possono dimenticare arazzi, stoffe, abiti e arredi oltre a disegni, foto e manifesti che completano il quadro. Ci si lascia trasportare dalla bellezza delle opere esposte con curiosità e ammirazione. La voglia di nuovo, e la febbre di realizzare mete ancora inesplorate con un avvicendarsi di forme e colori, lascia più di una punta di nostalgia per le innovazioni che hanno aperto varchi nuovi e coraggiosi con una voglia di fare audace e a tratti un po’ folle che ci riporta alle radici di una creatività febbrile. Da riscoprire.
Le mostre di Milano restano aperte fino al 3 settembre, quella di Lecco chiude a metà giugno.